Prima di acquistare il futuro compagno di vita bisogna avere le idee ben
chiare!
Se avete davvero deciso di prendere un Akita, ben consci del tipo di cane
con cui dovrete dividere un lungo periodo della vostra vita, siete arrivati
al momento più delicato: dove acquistare il cucciolo? Le possibili fonti
sono moltissime: la più sicura, e quella che vi consigliamo caldamente, è un
buon allevamento. Infatti l'allevamento non produce (come alcuni credono)
"costosi cani da esposizione", ma semplicemente cuccioli sani, tipici,
selezionati con cura, alimentati nel modo più corretto ed allevati secondo i
migliori criteri igienico-sanitari. E' evidente che solo con questi
presupposti si potranno ottenere "anche" i grandi cani da show: ma nessun
allevatore ha la pretesa di produrre "solo campioni". Il suo obiettivo è
un'alta percentuale di qualità media, tra cui qualche soggetto potrà
emergere in modo particolare. Agli antipodi del buon allevamento troviamo
gli importatori di cuccioli dall'Est che poi li distribuiscono attraverso
fiere itineranti, "pseudoallevamenti" che in realtà si nascondono sotto
questo
nome per mascherare la loro attività di "cagnari"….. e purtroppo anche
negozi di animali. "Purtroppo", la gente è abituata a
rivolgersi al negozio con fiducia, e non si aspetterebbe di incappare in
vere e proprie truffe: ma questo succede fin troppo spesso. Un'altra fonte
possibile per l'acquisto del cucciolo è il privato che ha fatto coprire la
sua cagnina, e che pubblicizza la cucciolata con annunci sul giornale o
nella
bacheca del veterinario. Qui si può trovare praticamente qualsiasi tipo di
cane, dal figlio di campioni al soggetto di scarsissimo valore. Quasi sempre
il privato cura con molto amore i cuccioli: ma spesso, purtroppo, non è in
grado di scegliere oculatamente l'accoppiamento, e talora commette anche
errori nell'allevamento dei cuccioli (magari in assoluta buona fede),
semplicemente perché non è un esperto. Altri privati invece hanno acquistato
la loro femmina in un buon allevamento, sono rimasti in contatto con
l'allevatore e magari sono tornati da lui anche per decidere insieme la
monta: i risultati, ovviamente, saranno di qualità assai superiore.
Fonte: Saki.it
I cuccioli acquistati dai negozi di animali e importati dall'est, sono
soggetti a rischio molte volte soffrono di malattie genetiche, il più delle
volte aver risparmiato sul cucciolo acquistandolo in negozio vi porterà a
spendere migliaia di euro di cure dal veterinario, operazioni chirurgiche,
ecc... Per questo nel nostro allevamento tutti gli esemplari vengono
controllati prima della riproduzione (lastre alle anche e ai gomiti per la
displasia, visite oculistiche eccc..).
Le malattie :
- Adenite Sebacea
- Displasia
- Sindrome di Harada VHK
- Leishmaniosi
- Oculopatie
Fai clic qui per: la Triste storia di un cucciolo dell’Est.
Purtroppo molti negozi, alcuni "sedicenti" allevatori e quasi tutte le
"fiere del cucciolo" vendono cuccioli proveniente dai Paesi dell'Est
(soprattutto Ungheria e Romania).I cuccioli dell'Est non vengono mai
vaccinati nel loro Paese d'origine, non solo per risparmiare soldi, ma anche
perché in quei Paesi non esistono più da tempo malattie come cimurro e
parvovirosi. Infatti, a fianco dei produttori di cuccioli "in catena di
montaggio". I cuccioli di import-export, dopo lo svezzamento precoce e il
viaggio effettuato in condizioni igienicosanitarie che potremmo definire
solo "immorali", arrivano in Italia debilitati, e con un sistema immunitario
che oltre a non essere completamente sviluppato (a causa della giovane età)
è già stato già messo a dura prova. Risultato: il primo virus che passa nei
dintorni trova la strada aperta e colpisce duro. La mortalità tra questi
cuccioli è altissima, ma solo alcuni di essi muoiono nei capannoni
dell'importatore: la maggior parte finisce la sua breve vita tra le braccia
del nuovo proprietario, perché le più temibili malattie virali hanno un
tempo di incubazione piuttosto lungo (15-20 gg.) Inutile dire che questi
cuccioli, oltre a rappresentare una vera e propria truffa (quando
sopravvivono sono immancabilmente atipici e talora con seri problemi
caratteriali, perché non viene effettuato alcun tipo di
selezione in merito), sono un pericolo per tutti i cani: infatti
rappresentano vere e proprie "culture viventi" per virus come quello del
cimurro, che era praticamente scomparso in Italia prima che cominciassero le
importazioni dall'Est. Ma perché si importa dall'Est? Semplice: perché i
cuccioli costano una bazzecola. Il prezzo medio si aggira sui 500,00€ (che
per quei Paesi sono una cifra interessante), e il ricarico per grossista e
dettagliante è così alto che anche se si perde il cinquanta per cento dei
cuccioli, vale ugualmente la pena di trattarli, almeno dal punto di vista
economico. Da quello umano e morale, meglio non parlarne. Come difendersi?
Molto semplice: basta NON acquistare cuccioli dell'Est, chiedendo sempre al
venditore di
mettere per iscritto la provenienza del cane, e rifiutando l'acquisto se
vengono nominati questi Paesi. In tutto il mondo cinofilo, a qualsiasi
latitudine, un buon allevatore vuole conoscere personalmente la persona che
riceverà il suo cucciolo, parlargli, spiegarli come deve tenerlo e così via.
Breve considerazione sul "pedigree"
Molti pensano che una persona a cui non interessano esposizioni e raduni
possa anche prendere un cane senza pedigree, risparmiando una certa cifra.
Bisogna fare però alcune considerazioni:
a) il pedigree non identifica il cane di alta qualità: identifica invece il
cane di pura razza. Un
Akita senza documenti (anche se sembra bellissimo) non può essere definito "Akita":
ciò
significa che non potrà partecipare ad alcuna manifestazione cinofila
ufficiale e che incontrerà
serie difficoltà anche nella ricerca di un partner. I proprietari di cani
puri non li accoppiano mai
con soggetti sprovvisti di pedigree,
perché i cuccioli ne sarebbero sprovvisti (contrariamente a ciò che alcuni
credono, non basta
che ce l'abbia un solo genitore) e perderebbero il loro valore commerciale;
b) chi desidera un Akita, ovviamente, ama le caratteristiche psico-fisiche
tipiche della razza
(altrimenti avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro cane, meticci
compresi): purtroppo non si
può essere certi di trovare queste caratteristiche in un soggetto senza
pedigree, in cui non è
stata eseguita alcuna selezione tesa a mantenerle e a migliorarle;
c) Avendo tutto l'albero genealogico puoi visionare tutti gli antenati per
vedere se un determinato "gene recessivo" si manifesta nella prole.
Adenite Sebacea :
Rara patologia cutanea idiopatica. Trasmissione ereditaria legata ad un gene
autosomico recessivo (Akita e Barbone).
Razze predisposte: Akita, Samoiedo, Vizla, Pastore Tedesco e Hovawart, incroci.
Cause :
- difetto anatomico della ghiandola o del dotto (dispersione esterna
di sebo)
- alterato metabolismo lipidico (alterata produzione di sebo)
- difetto primario di cheratinizzazione della ghiandola sebacea e del dotto
(infiammazione cronica e atrofia)
Rilevate popolazioni cellulari CD4+ CD8+ (supporto
ipotesi patologia autoimmune)
SEGNI CLINICI Cani
di giovane-media età senza predisposizione di sesso
Calchi follicolari
Follicoliti batteriche
-Nessuna apparente stagionalità
-DD (allergia, dermatite atopica) Diagnosi solo dopo la Biopsia
TERAPIA
Trattamenti topici: shampi sebolitici a base di zinco e
acido salicilico; oli idratanti; – miscele di
glicole propilenico e acqua
PROTOCOLLI TERAPEUTICI PUBBLICATI
● Corticosteroidi: efficace solo in alcuni soggetti a pelo corto;
● Retinoidi sintetici: effetto antinfiammatorio e di differenziazione dei
cheratinociti, buona risposta nei cani di razza Vizla, ma non quelli di
altre razza .
- Vitamina A – Olio di pesce/Olio vegetale ricco in Omega 3:6
● Ciclosporina: riduzione dell’infiltrato infiammatorio perifollicolare, più
efficace nei casi iniziali dove persistono ancora ghiandole sebacee. Le
ghiandole sebacee possono rigenerare solo se non del tutto distrutte .
OBIETTIVI DELLA TERAPIA
Trattamento e ripristino della funzionalità della barriera cutanea;
Rimozione di scaglie in eccesso; Riduzione di infezioni secondarie;
Miglioramento della qualità del pelo;
Ricrescita del pelo
Modulazione del sistema immunitario:
- miglioramento clinico
- riduzione delle recidive
- riduzione degli effetti collaterali sul lungo periodo .
Nuovi approcci alle patologie autoimmuni ,scegliere il protocollo con i
minori effetti collaterali sul paziente!!
Si ringrazia la Dott.Cagnoli Paola e
www.akitasenzatabu.it
Displasia
CHE COS’E’?
I cani di taglia grande, soprattutto se anziani, tendono a zoppicare più
facilmente di quelli piccoli perché soffrono di una malattia denominata
displasia all’anca, un problema ortopedico che colpisce le articolazioni e
che può manifestarsi già a partire dai 3-4 mesi di vita in quasi tutte le
razze canine di taglia grande e gigante, e nei loro incroci.
Per displasia dell’anca si intende un difetto dello sviluppo, caratterizzato
da vari gravi di debolezza delle articolazioni; questo disturbo tende a
colpire le articolazioni tra femore e bacino, causando modificazioni della
testa e del collo del femore e dell’acetabolo, cioè della parte del bacino
che contiene la testa del femore.
Il primo segnale che un cane è affetto da displasia dell’anca è la zoppia;
inizialmente si tratta di un disturbo saltuario, causato dal dolore alle
articolazioni, che si evidenzia all’inizio dell’attività fisica ma che
migliora con il movimento. Con il passare del tempo, tuttavia, l’aggravarsi
ella malattia porterà a movimenti anomali con notevoli difficoltà ad alzarsi
e sdraiarsi.
Se si sospetta una displasia, sono indispensabili una visita ortopedica dal
veterinario e un esame radiologico in anestesia, perché è richiesta una
specifica posizione scomoda per l’animale; le alterazioni rilevate possono
evidenziare una parziale fuoriuscita della testa del femore dell’anca, fino
a un quadro di artrosi, con degenerazioni molto più marcate delle parti
ossee.
La cura della displasia dell’anca dipende dallo stato della malattia. Nelle
forme più lievi, con una zoppia appena manifestata, consiste essenzialmente
nel riposo, in esercizi specifici, nella somministrazione di antinfiammatori
non steroidi, e nel controllo del peso per non aggravare il dolore alle
ossa; quando il disturbo è più serio è necessario l’intervento chirurgico.
Tratto da www.tuttocane.com
ESAMI E VALUTAZIONE
FONTE: www.celemasche.it
le lastre ufficiali possono essere fatte solo ed esclusivamente dai
veterinari abilitati!!!
Per avere i loro nominativi è possibile scrivere a: segreteria@celemasche.it
oppure a info@fondazionesaluteanimale.it.
In Italia ci sono 2 centrali di lettura alle quali il veterinario abilitato
manderà le lastre e sono: Cremona e Ferrara. Gli indirizzi email sopra sono
delle relative centrali, inoltre questi sono i loro siti:
Cremona: Fondazione Salute Animale
Ferrara: http://www.celemasche.it/
L’esame radiografico viene effettuato sul cane sedato farmacologicamente e
mantenuto in decubito dorsale; si richiede una proiezione ventro-dorsale ad
arti estesi, mantenuti in adduzione, paralleli alla colonna vertebrale e tra
di loro, ruotati internamente e possibilmente paralleli anche al tavolo
radiografico, in perfetta simmetria e con sovrapposizione delle rotule alla
parte centrale della troclea femorale.
Un posizionamento sbagliato, sia per mancanza di simmetria del bacino, sia
per adduzione e/o rotazione insufficiente od eccessiva dei femori,
pregiudica la possibilità di effettuare una lettura corretta.
BACINO IN POSIZIONE SIMMETRICA CON FEMORI DISTESI, PARALLELI E BEN RUOTATI
(le rotule sono entrambe al centro della troclea articolare femorale)
CLASSIFICAZIONE DELLA DISPLASIA DELL’ANCA
Classificazione secondo F.C.I.
Grado A Normale
Grado B Quasi Normale
Grado C Leggera Displasia
Grado D Media Displasia
Grado E Grave Displasia
“A” (0 – NORMALE HD)
Testa del femore/acetabolo: CONGRUENTI
Angolo di Norberg PARI o SUPERIORE a 105°
“B” (1 – SOSPETTA o QUASI NORMALE)
1^ situazione: Testa femore/acetabolo NON CONGRUENTI in minima misura
2^situazione: a) Congruenza mantenuta b) ANGOLO DI NORBERG INFERIORE a 105°
“C” (2 – LEGGERA HD o ANCORA AMMESSA)
Testa femorale/acetabolo chiaramente NON CONGRUENTI
Angolo di Norberg INFERIORE a 105° .Margine cranio/laterale acetabolare
APPENA APPIATTITO
“D” (3 – MEDIA HD)
Testa del femore/acetabolo chiaramente INCONGRUENTI
APPIATTIMENTO bordo anteriore acetabolo
SINTOMI OSTEOARTROSICI
“E” (4 – GRAVE HD)
DEFORMAZIONI DISPLASICHE chiaramente visibili alle articolazioni
SUBLUSSAZIONE o addirittura LUSSAZIONE
Forte APPIATTIMENTO bordo cranio/laterale dell’acetabolo
DEFORMAZIONE della testa del femore
Altri sintomi artrosici
Sindrome di Harada -VKH
Sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada
Il nome corretto per questa malattia nei cani è Sindrome Uveo-Dermatologica
o UDS, ma a causa della forte somiglianza con una malattia auto-immune
nell’uomo è più spesso conosciuta come VKH (VKH essendo le lettere iniziali
dei tre scienziati Vogt, Koyanagi e Harada che ha scoperto la malattia negli
esseri umani).
Negli esseri umani, la sindrome di Vogt-Koyanagi-Harada si manifesta con lo
sbiancamento dei capelli (poliosi), la depigmentazione della pelle
(vitiligine), l’ infiammazione interna dell’occhio (uveite), dolore alle
orecchie e la meningite. E ‘quindi a volte indicata come “sindrome
uveominingoencephalic” e colpisce soprattutto dai 30-40 anni di età le
persone con la pelle nera o fortemente pigmentate. La causa non è
completamente nota, ma le reazioni autoimmuni contro cellule pigmentate
contenenti tessuti nervosi e le cellule retiniche sono considerate
importanti. Segni neurologici di solito precedono l’uveite e la cecità, a
causa del distacco della retina che si può verificare. L’uveite può
persistere per anni, e la cataratta (opacità del cristallino) e il glaucoma
(pressione alta del liquido all’interno dell’occhio) causerà la cecità in
tali pazienti. Alopecia (perdita di capelli), poliosi e vitiligine si
possono sviluppare 2-3 settimane dopo che l’uveite è apparsa. Il trattamento
può essere molto difficile.
VKH negli animali
Oltre ai maiali e polli, l’elenco delle razze canine affetti da una malattia
molto simile include il Samoiedo, il Setter irlandese, il Golden Retriever,
il Chow-Chow, lo Shetland Sheepdog, il Siberian Husky, l’Old English
Sheepdog e St Bernard, così come il Akita giapponese. Le caratteristiche
neurologiche della VKH umana non si vedono, le lesioni sono limitate alla
pelle, pelo e occhi (vitiligine, poliosi e uveite). Il termine VKH non è
quindi del tutto appropriato, e “sindrome UveoDermatological” è preferita.L’incidenza
della malattia nella Akita sembra essere in aumento sia negli Stati Uniti e
nel Regno Unito, anche se i dati di incidenza precisi non sono noti.
Gli effetti
VKH, o sindrome Dematological Uveo, è una delle peggiori malattie trovate
nell’ Akita. Essa colpisce gli occhi, e la maggior parte (se non tutti)
diventano ciechi. Il più delle volte sembra iniziare con una congiuntivite
grave , spesso a seguito di un periodo di stress improvviso. I sintomi agli
occhi sono estremamente dolorosi: si gonfiano. La pressione interna sale
provocando il distacco della retina e conseguentemente in molti casi cecità
permanente. Tuttavia, come con molte malattie sia negli esseri umani che
negli animali, il grado di gravità varia da individuo a individuo. Per
ragioni che non sono comprese, la retina nei cani è più resistente che negli
esseri umani, e se trattata rapidamente con i farmaci appropriati, può
ricollegarsi e un ragionevole grado di vista può essere ripristinato. Poiché
questo può ripetersi a intervalli irregolari, la retina viene danneggiata in
ogni recidiva , e quindi il grado di vista ripristinata viene gradualmente
ridotto. Colpisce anche la pelle, con la perdita di pigmentazione, e perdita
di pelo intorno agli occhi, muso, ano e queste mucose possono anche
diventare “croccanti”.
Nei cani, la malattia in sé non mette in pericolo la vita, ma la cecità non
è insolita. L’uveite varia per gravità e una diagnosi tempestiva può
comportare un trattamento relativamente efficace. Cecità acuta è dovuta al
distacco di retina, mentre uveite cronica può portare alla cecità come
risultato della formazione della cataratta o lo sviluppo di glaucoma. La
Poliosi e la vitiligine di solito iniziano entro 2 settimane dalla uveite,
ma potrebbero essere necessari diversi mesi per svilupparsi. Poliosi
coinvolge il viso e le palpebre, il naso, le labbra, lo scroto e i
polpastrelli possono essere coinvolti nella vitiligine. Di tanto in tanto,
la vitiligine può coinvolgere tutto il corpo, e le aree di depigmentazione
possono ulcerarsi. La perdita di pelo può verificarsi, ma non in tutti i
pazienti.
Trattamento
Come con gli esseri umani la natura precisa della causa della malattia è
sconosciuta, sebbene la sindrome VKH si crede che possa essere causata da un
gene recessivo, ma fino a quando non verrà trovato un marcatore del DNA non
può essere provato. Il trattamento può essere difficile. Una diagnosi rapida
e tempestiva è essenziale, e molti veterinari dovrebbero indirizzare il
paziente da uno specialista oftalmico che ha più familiarità con la
malattia. Corticosteroidi topici e sistemici di solito vengono utilizzati.
Il trattamento a lungo termine è spesso essenziale per prevenire attacchi
ricorrenti, e altri trattamenti con farmaci immunosoppressivi e citotossici
possono essere provati. E ‘importante ricordare che vengono curati i segni
clinici della malattia con i farmaci, ma essa non può essere debellata. Lo
scopo di questo trattamento è di garantire una ragionevole qualità della
vita per il cane, ma è richiesto impegno e dedizione da parte del
proprietario.
I farmaci usati non sono privi di effetti collaterali: sarà ridotta la
capacità del cane a guarire dopo un intervento chirurgico, l’animale sarà
più suscettibile ad altre infezioni o a sviluppare effetti collaterali che
non possono essere controllati e quindi il loro uso potrebbe diventare
improprio in quel particolare paziente. Un monitoraggio regolare è
essenziale per il benessere del cane. Il veterinario consiglierà i regimi di
monitoraggio adeguati. E ‘davvero importante osservare questo e portare il
cane quando il veterinario lo richiede. In molti casi, l’eutanasia è il
risultato degli effetti collaterali dei farmaci usati piuttosto che gli
effetti diretti della malattia stessa.
In sintesi
“La letteratura indica una predisposizione di razza ma il meccanismo di
eredità rimane sconosciuta in questo momento. La consapevolezza della
malattia dovrebbe portare a un trattamento immediato con, si spera, la
prevenzione della cecità. In questo momento non far riprodurre gli animali
colpiti negli allevamenti è un passo ragionevole in avanti. “- Prof. PGC
Bedford
Fonte:
www.akitasenzatabu.it
LEISHMANIOSI
La leishmaniosi è causata dal parassita Leishmania Infantum trasmesso dalla
puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono
generalmente attivi da maggio ad ottobre. Un tempo la malattia era presente
solo al centro e sud Italia soprattutto nelle aree litoranee, ma da una
decina d’anni sono stati registrati nuovi focolai anche in molte aree del
nord Italia. Sicuramente le variazioni climatiche abbinate ad una maggiore
movimentazione di persone, cani e merci hanno contribuito all’ampiamento
dell’area di diffusione.
La Leishmania vive all’interno delle cellule del sistema immunitario del
cane rendendolo infetto e veicolo della malattia stessa.
Si tratta di una malattia cronica che comporta danni progressivi al cane ed
è quindi necessario individuare i soggetti malati e provvedere con rapidità
al loro trattamento. La leishmaniosi è una zoonosi, cioè ne può essere
infettato anche l’uomo, pertanto la sua diffusione viene monitorata dal
Servizio Sanitario Nazionale.
Per i cani che vivono nelle aree endemiche e per quelli che in estate si
sono recati in zone a rischio è importante eseguire ogni anno un test di
controllo presso il medico veterinario così da verificare se l’animale sia
stato stato infettato. Basta un unico prelievo di sangue: con il test SNAP®
i risultati saranno pronti in soli dieci minuti.
Leishmaniosi: per saperne di più
Causa
Il flebotomo trasporta il parassita e punge i cani, diffondendo
l’infezione.
Infezione
silente
• Abbattimento
• Sanguinamento dal naso
• Gonfiore ed estremo dolore alle articolazioni
• Diminuzione dell’appetito
• Dimagrimento
• Alterazione del pelo
• Alterazioni a carico dell’occhio
• Crescita anomala delle unghie
Progressione della malattia
se non trattata
Il periodo di incubazione della malattia è molto lungo (può arrivare
fino a 7 anni) e comporta danni progressivi di vario genere fino,
nei casi più gravi, alla morte.
Coinfezione
La Leishmaniosi è una malattia trasmissibile, in alcune particolari
circostanze, anche all’uomo. Poichè si tratta di una malattia che
colpisce il sistema immunitario del cane, il soggetto debilitato
potrebbe essere colpito anche da altre infezioni parassitarie.
Diagnosi
Semplice test su sangue: SNAP® test
Leishmania, esito in soli di 10 minuti. Per ulteriori
possibilità diagnostiche, chiedi al tuo veterinario.
Trattamento
Terapia specifica e collaterale. Chiedi indicazioni al tuo
veterinario
Prognosi
La Leishmaniosi è una malattia cronica, non completamente curabile,
ma una diagnosi precoce e dei controlli regolari consentono di
garantire al cane una buona qualità di vita. La malattia può essere
letale nei casi più gravi.
Vaccinazione
Disponibile, di recente introduzione sul mercato . Chiedi
indicazioni al tuo Veterinario
Altre forme di prevenzione
Utilizzo di prodotti antiparassitari topici e di altro tipo
prescritti dal veterinario, specifi contro i flebotomi. Nelle zone
endemiche, tenere gli animali in casa di notte.
OCULOPATIE
Il controllo delle malattie ereditarie
oculari assume oggi particolare importanza in soggetti di razza pura ed in
special modo in certe razze per la frequenza e la possibilità che alcuni
difetti oculari hanno nel creare problemi di funzione visiva con handicap
del soggetto stesso, trasmissione ai discendenti e coinvolgimento affettivo
da parte del proprietario. Il controllo dei soggetti di razza consente
l’individuazione dei cani affetti e portatori e, siccome le terapie spesso
non esistono (vedi PRA), sono palliative (vedi glaucoma) o sono rivolte alla
soluzione contingente (vedi cataratta) comportando coinvolgimenti emotivi ed
economici dei proprietari, tale riconoscimento, accanto alla eliminazione
del portatore dai programmi di selezione è l’unica vera soluzione ai
problemi trasmessi ereditariamente.
Visto che alcune malattie sono ben riconoscibili in fase precoce od
asintomatica, una diagnostica precisa assume un’importanza fondamentale
nella prevenzione ed anche nell’eradicazione di difetti saputi genetici.
I vantaggi sono numerosi nell’interesse della salute e del benessere
animale, e le penalizzazioni economiche che alcuni possono intravedere in un
rigido ma serio controllo sono solo a breve scadenza e comunque
imprescindibili da un punto di vista etico, mentre invece saranno
sicuramente premiati a lungo termine coloro che capiranno la portata futura
di una selezione guidata anche con obbiettivi di sanità animale. E’ ovvia
l’importanza che assume l’ENCI a questo punto nel farsi promotore
dell’iniziativa di controllo, garantendo a quegli allevatori che si
espongono un marchio di qualità superiore.
Le Autorità Garanti, così attente nei confronti della tutela del consumatore
in altri settori non dovrebbero tardare a regolamentare anche il campo della
compravendita dei soggetti di razza, tutelando salute e benessere animale
oltre agli interessi di chi acquista un animale. I potenziali acquirenti e
soprattutto gli animali hanno il diritto di essere tutelati e selezionati
nel modo migliore oggi conosciuto.
In paesi più evoluti in questo senso il controllo delle malattie ereditarie
è obbligatorio e la pubblicazione dei resoconti dei controlli è resa
pubblica, in maniera non da penalizzare i proprietari di soggetti portatori,
ma da agevolare le monte fra soggetti liberi perlomeno fenotipicamente. Un
comportamento così cristallino potrà soltanto favorire gli allevamenti
“seri”, che agiscono con obbiettivi di interesse di razza.
L’inizio del riconoscimento dei soggetti liberi può consentire inoltre,
attraverso lo studio dei pedigree, di risalire anche genotipicamente alle
linee più sicure.
I tempi in cui poter attuare simili selezioni sono piuttosto lunghi e non ci
si possono aspettare risultati immediati, soprattutto per alcune malattie
oramai ampiamente radicate nei genomi di alcune razze. Soltanto attraverso
un’impostazione seria, scientifica e capillare sta comunque l’eventuale
miglioria.
Per quanto riguarda le razze nordiche, particolare attenzione è stata
rivolta al Siberian Husky vista la sua diffusione e vista l’abbondanza di
letteratura scientifica al merito.
Anche l’Akita Inu, l’Alaskan Malamute ed il Samoiedo sono razze contemplate
sui testi che codificano le informazioni scientifiche riguardo le malattie
oculari ereditarie. Poco si conosce delle altre razze appartenenti alle
razze nordiche in quanto razze poco diffuse. L’inizio di un regolare
controllo consentirà in breve di avere una mappatura e casistica sufficiente
alle statistiche di presenza nel nostro paese.Dopodiché si esegue un esame
con biomicroscopio (ingrandimenti di circa 10-16 volte) sul segmento
anteriore e sulla lente, senza l’uso di sostanze midriatiche (che dilatino
la pupilla). Con tale esame si riesce a riconoscere la presenza di eventuali
disordini palpebrali e/o ciliari, di alterazioni della trasparenza della
cornea (distrofie corneali in particolare) o di presenza di aree di
cataratta. Per una valutazione più corretta e completa della lente è però
necessario provvedere all’instillazione di alcune gocce di midriatico
nell’occhio. Nel giro di 20 minuti la pupilla viene dilatata
farmacologicamente e si può quindi effettuare una precisa valutazione della
lente per la presenza di aree più o meno diffuse di opacità (cataratta) e si
può eseguire un esame completo del fondo oculare (retina) per la diagnosi di
eventuali difetti ereditari della stessa. Per tali esami pertanto non si
devono eseguire particolari trattamenti al cane. La dilatazione pupillare
non dà particolari problemi e perdura per 3-4 ore al massimo. E’ molto
importante disporre di un ambiente oscurabile e di un assistente che tenga
immobile l’animale. Per distrofia corneale si intende un’opacità della
cornea, di natura non infiammatoria, rappresentata da depositi di materiale
lipidico nello spessore della cornea stessa. Rappresenta una malattia
rilevante nel Siberian Husky ove può assumere varie forme più o meno gravi.
Si presenta come un alone bianco/marrone con forma di anello o di opacità
centrale. Può provocare nei gradi più gravi anche difficoltà visive.
Purtroppo non esistono terapie. Si consiglia di non riprodurre i soggetti
malati. Per cataratta si intende qualsiasi opacità della lente che alteri la
rifrazione del fascio luminoso sulle strutture retiniche. Nelle razze
nordiche di solito interessa la porzione più posteriore ed è più frequente
nei soggetti di giovane età. Tale cataratta può essere evolutiva fino a dare
opacità completa della lente e disturbi visivi seri. Non esistono terapie
farmacologiche efficaci. La terapia chirurgica è l’unica terapia in grado di
riconsentire la funzionalità visiva all’animale, ma tutti i pro ed i contro
di una tale scelta vanno discussi chiaramente con il medico veterinario.Si
consiglia di non riprodurre i soggetti malati e di non utilizzare i loro
parenti.Sindrome uveodermatologica. Le razze nordiche in particolare hanno
la predisposizione a sviluppare una malattia a carattere immunitario che
colpisce l’occhio, i suoi annessi e la cute. Tale malattia si manifesta
inizialmente con la perdita di pigmentazione delle strutture cutanee (naso,
bocca e palpebre) del muso. L’iride, particolarmente provvista di cellule
pigmentate può sviluppare una grave reazione infiammatoria che compromette
brevemente o a lungo termine, la normale funzione visiva. Tale malattia
complessa non ha un particolare riferimento ad un gene. E’ sicuramente
legata a molteplici fattori, probabilmente anche di natura ereditaria che
coinvolgono soprattutto il sistema di difesa immunitario e la sua capacità a
reagire più o meno normalmente agli stimoli. Le terapie che si attuano sono
terapie immunosoppressive, ma a lungo termine la maggior parte dei soggetti
colpiti diviene cieco con glaucoma e tisi bulbare.
E’ difficile dare consigli non avendo ancora chiaro la causa primaria della
malattia. Si lascia di solito la scelta all’allevatore anche se converrebbe
catalogare i soggetti ed esaminare i riferimenti genetici dei soggetti
colpiti.
Le razze nordiche più conosciute hanno la predisposizione a sviluppare un
glaucoma di tipo ereditario. Il glaucoma è una malattia dell’occhio che
porta all’aumento della pressione intraoculare con perdita di funzione
visiva. Tutte le terapie sono purtroppo inefficaci nel lungo termine a
mantenere la vista all’animale colpito. Nel glaucoma a predisposizione
ereditaria, il difetto anatomico che favorisce lo sviluppo del glaucoma è
presente fin dalla nascita. Si tratta di un alterato sviluppo di un
particolare settore anatomico dell’occhio, compreso fra la base dell’iride e
la giunzione corneo sclerale. Tale struttura anatomica è l’angolo
iridosclerocorneale o angolo camerulare. Uno sviluppo alterato viene
denominato “goniodisgenesi”. Il controllo di quest’angolo è possibile
attraverso alcune lenti angolari speciali che si applicano sulla cornea con
l’aiuto di gel specifici. E’ molto raro e difficile che un animale sveglio
acconsenta all’applicazione della lente sull’occhio o perlomeno per un
periodo di tempo sufficiente al controllo di tutti i 360° dell’angolo
camerulare. Infatti di solito è necessaria una anestesia breve ma generale
per il compimento corretto dell’esame. Per questo motivo il controllo
dell’angolo camerulare non viene eseguito, salvo condizioni particolari,
come controllo di routine.
E’ nostra personale opinione che nei soggetti subalbini ad occhio blu
l’incidenza di tale difetto sia più alta.
I soggetti colpiti non andrebbero riprodotti. L’atrofia progressiva della
retina (PRA) è una malattia che colpisce lentamente e progressivamente i
fotorecettori retinici, cellule specializzate per la visione. Questa atrofia
avviene più o meno lentamente ed è purtroppo inesorabile, destinando i
soggetti colpiti alla cecità. Si manifesta in più forme e ad età differenti
nelle varie razze. La cecità diurna (nictalopia) e la cecità notturna
(emeralopia) sono sue sottodivisioni.Il suo riconoscimento oftalmoscopico
può essere solo tardivo, a malattia oramai in stato avanzato, cosicché al
momento della diagnosi i soggetti malati possono avere già avuto
discendenza. Una diagnosi precoce ed un’attenta selezione con particolare
riguardo alla scelta dei razzatori provenienti da pedigree esenti nel tempo
è l’unica attuale garanzia.
Le malattie trasmissibili ereditariamente possono essere gravi handicap che
compromettono una normale funzione vitale nell’animale e che possono creare
difficili situazioni nel complesso rapporto uomo-animale. Siccome la loro
eliminazione, se possibile, passa solo attraverso dei seri controlli
sanitari, è evidente l’importanza che assumono il ruolo dell’allevatore e
del veterinario e della loro reciproca collaborazione. L’obbiettivo della
salute e benessere animale e quindi delle garanzie di selezione appropriata
non possono che essere un comune denominatore delle due categorie. Un ruolo
determinante deve essere assunto dalle Istituzioni che regolamentano gli
allevamenti e le manifestazioni cinofile attraverso un serio programma di
controllo certificato, anche in virtù del raggiungimento ed adeguamento
degli standard europei.
Fonte
www.saki.it
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